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IL PROGETTO

 

Coltivatori di Emozioni è un’innovativa piattaforma di agricoltura sociale che si impegna a custodire e promuovere l’identità e l’autenticità dei prodotti agroalimentari italiani. Il progetto sostiene concretamente agricoltori impegnati nel recupero delle antiche tradizioni agricole al fine di mantenere il patrimonio agricolo, culturale e sociale del nostro paese.

 

Attraverso un approccio che coniuga innovazione e tradizione, il progetto mira a favorire pratiche produttive eco-sostenibili, a incentivare l’occupazione nelle zone rurali e a promuovere attività di formazione per educare al consumo critico e responsabile.

 

Anche nel 2025 abbiamo scelto di sostenere e finanziare quattro agricoltori e le loro imprese, realtà che portano avanti un’agricoltura sostenibile e rispettosa della terra. Lo abbiamo fatto per proteggere la biodiversità, valorizzare le tradizioni locali e custodire varietà e saperi che rischiano di andare perduti. Abbiamo deciso di affiancare Alice ed Elisa di Cascina Colombina, Gabriella dell’Azienda Vitivinicola Santa Clelia, Michele e Rocco con il progetto Interra Agricola e Zeid dell’azienda apistica BeeBo: storie diverse, ma unite dalla stessa passione per la natura e da un forte legame con il territorio.

LA STORIA DI ALICE ED ELISA

Le sorelle del latte a due passi da Milano

 

Cascina Colombina nasce dal sogno condiviso di Alice ed Elisa: tornare alla terra, restituire vita a un’antica cascina a Melzo, alle porte di Milano, e costruire lì un’impresa familiare che rispettasse la natura, gli animali e i ritmi lenti della campagna. Oggi allevano capre di razza Saanen e Murciana in ambienti curati, lavorando a mano il latte appena munto per trasformarlo in formaggi freschi e stagionati, yogurt, ricotta, panna cotta e creme spalmabili, senza conservanti né additivi. Ogni prodotto racconta una scelta precisa: quella di un’agricoltura sostenibile e di qualità, attenta alla biodiversità e al benessere animale.

 

L’intervento ha sostenuto lo sviluppo dell’azienda con l’obiettivo di aumentare il numero di capi allevati e introdurre nuove specialità casearie. Cascina Colombina è oggi un’impresa al femminile dove si incontrano competenze, passione e spirito di squadra: accanto ad Alice ed Elisa ci sono anche Jessica, giovane casara, e Lisa, sotto la guida del maestro Giuliano. Insieme lavorano ogni giorno per offrire prodotti a filiera cortissima e rafforzare il legame con il territorio, con un approccio che mette al centro il rispetto per la terra, la genuinità e il desiderio di costruire un futuro più consapevole.

LA STORIA DI GABRIELLA

Recuperare antiche varietà canavesane

 

Nel cuore delle colline del Canavese, a Mazzè in provincia di Torino, Gabriella ha dato vita a un progetto vitivinicolo che custodisce una tradizione millenaria: la coltivazione dell’Erbaluce, vitigno autoctono a lungo a rischio estinzione. Su dodici ettari coltivati con metodo biologico, l’Azienda Santa Clelia produce vini bianchi e rossi che raccontano il territorio attraverso profumi e sapori autentici, primo fra tutti il Caluso Passito DUS, prezioso fiore all’occhiello dell’azienda. Il lavoro quotidiano è sostenuto da una visione agricola integrata e comunitaria: Gabriella non si limita a produrre vino, ma si prende cura della terra, dei boschi e delle strade vicinali, impegnandosi a favore della biodiversità.

 

Il sostegno ricevuto ha contribuito a rafforzare la missione dell’azienda: salvaguardare varietà locali, promuovere un’agricoltura sostenibile e aprire le porte a progetti educativi e inclusivi. Santa Clelia è infatti anche una fattoria didattica, accoglie studenti stranieri per percorsi scuola-lavoro e ospita una scuola parentale aderente al metodo “Senza zaino”. Un esempio virtuoso di come il vino possa diventare strumento di cultura, educazione e coesione sociale, radicato nella terra ma capace di guardare al futuro.

LA STORIA DI MICHELE E ROCCO

Giovani artigiani della terra fuggiti dalla città

 

Michele e Rocco hanno lasciato la vita metropolitana per dare forma a un sogno: creare un’azienda agricola che fosse espressione autentica del territorio e dei suoi frutti più preziosi. Così è nata Interra Agricola, nella Valle Arroscia, in Liguria, dove oggi coltivano con metodo biologico ulivi taggiaschi di montagna, aglio di Vessalico e zafferano in stimmi. Il loro obiettivo è chiaro: valorizzare la valle attraverso un marchio che unisca eccellenze locali e agricoltura sostenibile. Ogni prodotto è frutto di una lavorazione attenta, nel pieno rispetto dei cicli naturali e della biodiversità.

L’intervento ha permesso loro di sviluppare l’identità del marchio Interra, rafforzando la presenza dei loro prodotti sul mercato e raccontando una nuova idea di ruralità, giovane e consapevole. Interra è anche un progetto di comunità e rigenerazione: tra miele, ortaggi, spezie e antiche varietà locali, Michele e Rocco promuovono un’agricoltura etica e di qualità, che guarda al futuro senza perdere il legame con le radici.

LA STORIA DI ZEID

L’apicoltore siriano che sta riportando le api sui colli bolognesi

 

Zeid Nabulsi è arrivato in Italia dalla Siria nel 2008, con una formazione da meccanico e una nuova passione: le api. Oggi, con il suo progetto BeeBo, gestisce oltre 250 arnie sui colli di Bologna, producendo miele biologico da fioriture locali senza l’uso di prodotti chimici. Ma la sua missione va oltre la produzione: Zeid promuove l’apicoltura come strumento educativo e sociale, coinvolgendo cittadini, scuole e anche contesti delicati come le carceri, dove installa apiari per creare momenti di benessere e relazione con la natura.

 

L’intervento ha sostenuto il suo progetto di apicoltura sociale, offrendo strumenti e visibilità per continuare a diffondere una cultura ambientale basata sulla cura e sull’ascolto. Zeid lavora senza tute protettive, in un dialogo silenzioso con le sue api, e utilizza tecniche come il bio-monitoraggio per studiare la qualità dell’aria attraverso le colonie. BeeBo è un laboratorio di consapevolezza e rinascita, dove le api diventano alleate nella lotta ai cambiamenti climatici e custodi del territorio.

Progetti passati

IL PROGETTO

 

Coltivatori di Emozioni è un’innovativa piattaforma di agricoltura sociale che si impegna a custodire e promuovere l’identità e l’autenticità dei prodotti agroalimentari italiani. Il progetto sostiene concretamente agricoltori impegnati nel recupero delle antiche tradizioni agricole al fine di mantenere il patrimonio agricolo, culturale e sociale del nostro paese.

 

Attraverso un approccio che coniuga innovazione e tradizione, il progetto mira a favorire pratiche produttive eco-sostenibili, a incentivare l’occupazione nelle zone rurali e a promuovere attività di formazione per educare al consumo critico e responsabile.

 

Noi di iN’s abbiamo deciso sostenere e finanziare 4 agricoltori e le loro imprese fondante su un’agricoltura sostenibile, sulla salvaguardia del territorio e della biodiversità per conservare e proteggere tradizioni e specie locali. Abbiamo scelto di supportare Damiano del progetto Apiamoci, L’Associazione per la tutela e valorizzazione dell’aglione della Valdichiana, Roberta dell’Alpeggio Valanghe Marmora e Viviana dell’Orto di Vi.

LA STORIA DI DAMIANO

Un’apicoltura più sostenibile

 

Dalla passione per le api e per l’agricoltura, è nata l’azienda Apiamoci nel maggio 2016, fondata da tre soci con competenze diverse ma complementari. Damiano Fioretto, laureato in scienze forestali e apicoltore professionista, Paolo Fontana, entomologo e apicoltore con oltre 30 anni di esperienza, e Piero Gavazzo, pilota di Canadair antincendio, unitosi al gruppo attratto dal meraviglioso mondo delle api. Situata a Isola Vicentina, nel nord di Vicenza, l’azienda beneficia di un ambiente variegato, dove boschi, prati e coltivi si fondono creando un paesaggio unico. La filosofia di lavoro dei tre amici si basa sulla conservazione e la promozione della biodiversità, con le loro api che interagiscono con l’ambiente circostante, producendo un miele che racconta la purezza del territorio. 

 

Damiano, in particolare, promuove l’utilizzo dell’arnia top bar, che permette alle api di produrre cera pura e di organizzarsi in modo naturale, migliorando la densità dell’alveare e facilitando la comunicazione interna. Con corsi per aspiranti apicoltori, Damiano, Paolo e Piero condividono la loro cultura e conoscenza, rendendo accessibile a tutti il mondo affascinante dell’apicoltura, ponendo così le basi per un’apicoltura più sostenibile e consapevole.

ASSOCIAZIONE PER LA TUTELA E VALORIZZAZIONE DELL’AGLIONE DELLA VALDICHIANA

Una comunità a sostegno di un’eccellenza del territorio

 

L’Associazione per la Tutela e la Valorizzazione dell’Aglione della Valdichiana è nata con l’obiettivo di preservare e diffondere un tesoro gastronomico unico nel suo genere: l’aglione della Valdichiana. Questo progetto ha rappresentato una vera e propria rinascita per un prodotto a rischio di estinzione, grazie alla collaborazione tra Amministrazioni pubbliche, Associazioni e Agricoltori Custodi della Valdichiana. 

 

Attraverso il sostegno dell’associazione, le imprese locali seguono scrupolosamente le modalità di produzione stabilite nei disciplinari, garantendo la qualità e l’autenticità dell’aglione. Oltre a preservare la tradizione e la cultura della vallata, l’associazione si impegna attivamente nella promozione e nella valorizzazione dell’aglione della Valdichiana a livello nazionale e internazionale, contribuendo così al rilancio agricolo, turistico ed enogastronomico del territorio.

LA STORIA DI ROBERTA

Una vita da Margara

 

Nel cuore delle montagne piemontesi, Roberta porta avanti con passione e dedizione l’antica arte del margaro presso l’Alpeggio Valanghe Marmora, producendo una vasta gamma di formaggi pregiati. A poco più di trent’anni, Roberta ha scelto di continuare la tradizione di famiglia, immergendosi nella vita nomade dei margari, dedicandosi alla cura e alla custodia delle mucche da latte. Ogni anno, con il cambio delle stagioni, Roberta e la sua famiglia compiono la transumanza, spostandosi tra l’alpeggio estivo e le campagne di pianura in autunno. Qui, seguendo un ritmo quotidiano scandito dalla mungitura e dalla cura degli animali, Roberta trasforma il latte delle sue mucche nei pregiati formaggi Nostrale d’Alpe, burro, tome e yogurt.

 

Grazie alla sua sensibilità verso l’ambiente e la tradizione, Roberta promuove una produzione sostenibile e predilige una vendita lenta, dove può condividere con i clienti la sua filosofia produttiva incentrata sui formaggi. Il suo impegno non solo conserva una preziosa specie animale e il territorio montano, ma tramanda una tradizione millenaria, salvaguardando le tipicità locali e contribuendo allo sviluppo di un intero territorio.

LA STORIA DI VIVIANA

I piedi nella terra

 

Viviana, 26 anni, incarna la passione e la determinazione di una nuova generazione di agricoltori desiderosi di preservare le tradizioni e valorizzare le coltivazioni autoctone. Cresciuta in una famiglia con radici profonde nell’agricoltura, Viviana ha ereditato dal nonno la passione per l’orto e il desiderio di recuperare antiche varietà come il fagiolo La Regina di Sutri. Laureata in Architettura del paesaggio, ha unito la sua conoscenza del terreno e dell’ambiente con la volontà di promuovere una produzione sostenibile e rispettosa delle tradizioni. Durante il lockdown del 2020, ha avviato l’Orto di Vi con l’obiettivo iniziale di fornire prodotti freschi e di stagione alle persone bisognose.

 

Oggi, con il supporto della sua famiglia e del compagno, sta lavorando per riavviare la coltivazione del fagiolo La Regina, utilizzando tecnologie innovative come le serre idroponiche. Il suo sogno è quello di aprire un agriturismo, dove i suoi figli possano crescere a contatto con la natura e le tradizioni agricole. Con il sostegno di Coltivatori di Emozioni, Viviana si impegna a preservare e valorizzare le tradizioni agricole a rischio, contribuendo al recupero e alla conservazione di specie autoctone.

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